Katmandu, vado con ordine:
1) Mondiali ed Olimpiadi sono solo due dei grandi eventi possibili (che Milano in ogni caso non organizzerà per i prossimi 50 anni, ad essere ottimisti…), poi il regolamento prevede deroga per velodromi di particolare valore (e il più importante e famoso al Mondo credo lo sia…). L’ultimo Mondiale s’è corso su velodromo parzialmente scoperto come il Vigorelli, Mosca ha le medesime misure del Vigorelli, etc…
2) I giornalisti di settore sono palesemente disinformati e spesso anche in malafede (se vuoi ti faccio degli esempi e ti spiego perchè siano facilmente smentibili) tanto che faticano ad andare sul sito dell’UCI a leggersi il regolamento, di ex-ciclisti a sostenere la pista mobile non ne ho incontrato manco uno (no, bèh, uno c’è: uno che non sa di cosa parla perchè da quando ha smesso di correre non ha mai visto una gara, e infatti non conosce nemmeno i cambi di regolamento…).
3) Le piste mobili sono per forza in legno, le critiche alla presunta pista mobile erano dovute al fatto che come ti ho spiegato era una bufala inventata per tacitare le proteste dei ciclisti. Ma non esiste nel progetto nessuna pista, non è un problema di materiali…
4) Il progetto di gestione previsto dall’architetto lasciava solo il mese di agosto alla possibilità di montare la pista. Non credo ci sia bisogno di commenti…
5) Parliamo di cifre?! La manutenzione ordinaria annuale di una pista in legno all’aperto costa meno del solo montaggio di una pista mobile. Il solo montaggio, eh?! Poi c’è lo smontaggio, lo stivaggio (non è che una pista montabile la metti in cantina…), la manutenzione (anche per la pista mobile), etc.
Davvero, ma di cosa stiamo parlando?!…